Il privilegio di non doversi arrendere alla notte, di non dover più scandire il tempo, di non aver più bisogno nè dei giorni, nè delle ore, e poter misurare la vita unicamente in gocce di splendore. Questo è il sole di mezzanotte.
Potrei concludere qui questo racconto, perché questa frase che scrissi ad un’amica su Whatsapp in una di quelle notti senza buio, raccoglie tutta l’essenza di questo fenomeno che riesce a liberarti l’anima da ogni costrizione e ti fa vivere ogni momento ad un livello superiore. Ma chi non ha vissuto questa esperienza in prima persona, non può apprezzare totalmente questa mia esaltazione e allora voglio provare a raccontarvi com’è vivere un’estate senza notte, un giorno senza tempo.
Con l’espressione “Sole di mezzanotte” ci si riferisce a quella “cosa” che avviene in estate nei luoghi vicini ai poli (propriamente dal circolo polare in su). In pratica il sole non tramonta mai e la notte non arriva. Le giornate sono sempre inondate di luce, ventiquattro ore su ventiquattro. E’ tutta una roba che dipende da come è inclinata la Terra durante il suo movimento intorno al Sole, ma senza dover scomodare la meccanica celeste, resta il fatto che lassù, in quei mesi, quella palla incandescente e luminosa che noi appunto chiamiamo Sole si avvicina all’orizzonte come farebbe in ogni altro luogo della terra ma poi decide di non sparire, resiste all’oblio e resta lì a galleggiare sull’orizzonte. Vedere il Sole andare da sinistra a destra e non da su a giù mi lascia stupefatto ogni volta. Non riesco e non voglio abituarmici. Voglio continuare a stupirmi come la prima volta.
Per cui, semplicemente non c’è più distinzione tra giorno e notte, non ha più senso dire sono le 9 del mattino o le 9 di sera. L’unica cosa che cambia è quanta luce c’è, se è più forte e dura o se è più debole e delicata. Ma la luce c’è, questo è sicuro. Per cui in certi momenti il mondo appare come da noi quando è giorno pieno, ed in altri momenti c’è come un tramonto lentissimo, interminabile che piano piano, senza accorgersene si tramuta in alba e poi di nuovo in giorno pieno.
Tra tutti i fenomeni “esotici” che accadono nei paesi del nord, questo è il mio preferito, anche più dell’Aurora. Perchè io adoro i tramonti (ed anche le albe a dire il vero, ma i tramonti ancora di più), e soprattutto mi piace l’idea di non dover più rispettare nessun tipo di ritmo. Per molti questa cosa sembra strana, anzi, persino destabilizzante. Non avere più l’alternanza giorno / notte, non sapere più quando dormire o quando mangiare, può scombussolare. In realtà ci si abitua in fretta, e diventa una cosa meravigliosa. Si mangia quando si ha fame, si dorme quando si è stanchi, e in tutti gli altri momenti, semplicemente si vive. Si vive intensamente, facendo ciò che si vuole, quando si vuole, e alla fine si capisce che quelle che spesso per noi sono scadenze imprescindibili della vita quotidiana, sono solo imposizioni esterne del tutto artificiali di cui possiamo fare benissimo a meno.
E non c’è stanchezza o sonno che tenga, la luce del sole ti tiene sveglio e ti rafforza, e le ore passano che neanche te ne accorgi. Guardi l’orologio e ti rendi conto che è un’ora in cui non avresti mai creduto di essere ancora attivo. Se ci pensi ti viene da ridere: solo pochi giorni prima eri in Italia e a quell’ora ronfavi come un pupetto. Neanche saresti riuscito a trascinarti verso il bagno per fare un poco di pipì, ed invece sei in mezzo alla natura, felice, con le energie di una tigre ed un sorriso che ti solca il volto. Ti senti onnipotente, ti senti in pace con te stesso e con il mondo, tutto ti sembra più bello, i problemi sono spariti, e sai che tutto questo non avrà fine perché il sole continuerà a risplendere per sempre.
Il primo anno, ho girato l’Islanda in tenda con un paio di amici. Era Luglio e non c’era la notte. Siamo atterrati che pioveva ed era tutto cupo, poi verso le 21 il cielo si è aperto ed il sole ha iniziato a splendere. La prima notte l’abbiamo passata alla Blue Lagoon, gironzolando tra le lingue di roccia vulcanica ed i laghetti color turchese. Ad un certo punto guardiamo l’ora e ci rendiamo conto che erano le 2 di notte, ma sembrava un normale tardo pomeriggio italiano. Siamo andati a dormire … boh … forse alle 4 dei mattina, come se nulla fosse, ma il sole era ancora lì. La mascherina per coprire gli occhi che avevamo comprato al DutyFree dell’aeroporto non l’abbiamo neanche estratta dalla confezione. Da lì in poi non abbiamo più guardato gli orologi o i cellulari, e la mascherina è finita nella pattumiera. Se il tempo era bello e sereno esploravamo e fotografamo. Quando il tempo iniziava a diventare brutto, il cielo si chiudeva o minacciava pioggia, aprivamo la tenda per riposare o mangiare. Abbiamo vissuto “giorni” di 30 ore e giorni di 4 ore, abbiamo dormito 3 ore o 12 ore, così come il corpo e la natura ci suggeriva di fare. Abbiamo trasformato un viaggio di 10 giorni calendariali in una vita intera, in un’esistenza superiore. Forse abbiamo vissuto più quei giorni che nella maggior parte della nostra esistenza precedente. Da quel viaggio non c’è stato più un estate in cui non abbia vissuto almeno un sole di mezzanotte.