fbpx

LA MITICA CITTA’ ABBANDONATA di PYRAMIDEN

 

Storie di luoghi lontani  DJI_0952-HDR LA MITICA CITTA' ABBANDONATA di PYRAMIDEN

 

 

PANORAMICA

Pyramiden è una di quei luoghi che da solo giustifica un viaggio nel Grande Nord, un viaggio alle isole Svalbard. Negli ultimi anni ha avuto infatti così tanto richiamo che è ormai diventata la ghost-town più famosa del mondo. Una vera e propria Pompei moderna che l’isolamento ed il clima artico stanno conservando immutata. Secondo alcuni esperti potrebbe conservarsi così per secoli.

La sua storia è decisamente unica. È stata insediamento minerario russo per circa 70 anni, ed anche l’unica comunità sovietica in territorio occidentale. Il regime della URSS sfruttò l’occasione a fini propagandistici e creò un modello ideale di città, con ogni confort e privilegio per i suoi abitanti, per dimostrare al mondo quanto fosse bello vivere nel blocco sovietico. La caduta del muro di Berlino, la crisi economica russa degli anni 90 ed uno sfortunato incidente aereo misero fine a tutto questo: nel 1998, in appena 4 mesi, tutti gli abitanti furono costretti ad evacuare la città, lasciando dietro di sé le loro case, le loro vite, i loro sogni.

Nei nostri tour normalmente facciamo un tour privato percorrerne le vie, e potremo entrare nelle case, sfogliare i diari ed i libri, consultare i documenti, toccare e fotografare gli oggetti lasciati. Riscoprendo così i segreti di questa piccola incredibile comunità di lavoratori, famiglie, agenti politici, scienziati e bambini.

 

RIFERIMENTI ESTERNI

Al seguente link potete guardare il documentario realizzato da Sandro Giordano con la RAI e mandato in onda nel 2017 che racconta molto bene cosa significa essere in questo luogo e visitare gli edifici abbandonati. www.raiplay.it/video/2017/Ghost-Town-E1-Isole-Svalbard

 

 

Storie di luoghi lontani  GX1A0188 LA MITICA CITTA' ABBANDONATA di PYRAMIDEN

Vecchi documenti lasciati nelle scrivanie del palazzo del KGB

 

 

STAGIONI

I mesi invernali sono caratterizzati dal buio perenne, e tutto è ricoperto da un pesante strato di neve e queste due cose non aiutano affatto la visita della città e dei suoi edifici. Meglio avere almeno qualche ora di luce ed un minimo di mobilità, quindi sconsiglio Novembre, Dicembre, Gennaio, e Febbraio e focalizzarsi sugli altri mesi. In questi mesi l’hotel è generalmente chiuso e chi arriva a pyramiden, magari in motoslitta, lo fa in totale autonomia sfidando l’ambiente artico, e portando tutto ciò che serve ad allestire un capo base. In estate e autunno invece si può sfruttare la tanta luce e il clima mite, e muoversi facilmente in barca o a piedi. Da giungo a settembre è il periodo migliore e più fruibile.

 

NOTA #1

Girare liberi non è consentito e bisogna sempre essere accompagnati da una guida locale armata. Solo la zona attigua all’hotel (qualche decina di metri intorno all’ingresso) è considerata sicura. Per accedere agli edifici, ci deve essere una speciale guida locale, normalmente un addetto russo (che non è la stesa che vi difende dagli orsi e vi porta in città) che ha le chiavi e che apre e chiude le porte, e decide quanto potete stare dentro.

 

NOTA #2

Questa città come tutte le isole Svalbard sono al di fuori degli accordi di libera circolazione di Schengen. Pyramiden in più è considerato territorio russo (come un’ambasciata per dire) per cui ha regole tutte particolari, tasse praticamente nulle (ottimo se volete bere un pò di vodka), e ci si può far apporre un timbro speciale sul passaporto.

 

 

Storie di luoghi lontani  GX1A0195 LA MITICA CITTA' ABBANDONATA di PYRAMIDEN

Eccomi in una grigia mattina di settembre, esplorando le rovine della miniera abbandonata.

 

CONSIGLI FOTOGRAFICI

Vie, palazzi, monumenti, rottami, strutture minerarie: Non è richiesta attrezzatura particolare: con uno zoom standard come un 24-70 o un 24-105 si può fare tutto (ma anche con una compatta o un telefonino). Se poi uno vuole dedicarsi alla fotografia formale degli edifici certamente conviene avere cavalletto e grandangoli adeguati, meglio ancora un decentratile e qualche filtro. Ottimo l’impiego del Drone.

Dentro gli edifici: A seconda che ci si trovi nella casa dello sport, negli uffici politici, nelle ex cucine o in quello che fu la sala di proiezione, ci sono molti soggetti diversi diversi su cui focalizzarsi. Ci si può soffermare ritraendo le stanze vere e proprie, ed il caos che vi regna, i muri scrostati, i dipinti, i nidi degli animali. Ma ci si può dedicare a curiosare con gli arredi, i libri, i piccoli giochi dei bimbi, gli strumenti musicali, le vecchie macchine fotografiche. L’unica cosa comune è certamente che all’interno di queste strutture la luce è scarsa, anche quando fuori c’è il sole, perchè sono poche le stanze con grandi finestre e quasi nessuna ha la corrente elettrica. Quindi può essere utile a seconda di quello che vi interessa fare, dal fish eye, fino al grandangolo medio, il cinquantino, o addirittura un macro, purchè siano luminosi. Io ad esempio ho usato molto il 20:1.4 che avevo portato per fare l’aurora, soprattutto per documentare le stanze.

Gli animali ed il ghiacciaio: Ci sono molti animali che hanno preso possesso di quest’area, a cominciare dalle colonie di uccelli che nidificano negli edifici abbandonati e usano le strutture artificiali come posatoi. E’ facile incontrare anche volpi artiche, renne, e occasionalmente trichechi e orsi bianchi (anche se è davvero raro e tutti cercano di evitarlo). In questo caso è ovviamente utile avere un teleobiettivo abbastanza spinto, tipo un 100-400 o un 150-500 (che secondo me dovete avere dietro in ogni caso per girare nelle Svalbard, visto che l’aspetto naturalistico è uno dei principali). Il tele vi servirà anche per il ghiacciaio che fa da sfondo naturale alla città e grazie allo schiacciamento dei piani ne escono immagini interessanti componendo con gli edifici o i monumenti.

 

 

GALLERIA: Tra i palazzi e le strade della città

 

 

 

 

GALLERIA: All’interno degli edifici abbandonati

 

 

 

 

Storie di luoghi lontani  17-1024x217 LA MITICA CITTA' ABBANDONATA di PYRAMIDEN

 

 

 

 

This entry was posted in Storie di luoghi lontani.

Post a Comment

Your email is never published nor shared. Required fields are marked *

*
*