Lo devo ammettere: ogni tanto perdo lucidità ed esce il collezionista che è in me. Finisce che mi innamoro di certi oggetti, e questi Irix sono tra i miei preferiti, in ambito fotografico, perchè sono belli, costruiti maledettamente bene, e raccolgono ottimamente la luce.
Mi sono imbattuto la prima volta in questi Irix quando cercavo un’ottica per fare l’Aurora da abbinare al Sigma 20:1.4 art che resta l’ottica che uso di più spesso in questo contesto. Dopo aver studiato un po’ cosa offrisse il mercato ed anche aver scritto la guida che trovate qui, alla fine ho optato proprio per il 15:2.4 prodotto da Irix. Poi, dopo aver toccato con mano la qualità di questa lente, ho preso anche l’11:4, anche se non ne avevo bisogno oggettivamente, e da lì sono sempre stato attento alle novità di questo giovane produttore.
Gli esemplari che possiedo
Chi è IRIX ?
La Irix è un’azienda Svizzera, che concepisce e progetta obbiettivi, e che poi li fa produrre in Corea del Sud utilizzando “vetri” Giapponesi.
E’ nata pochi anni fa (la TH Swiss Ltd. fu registrata nel 2016) da un gruppo di fotografi che miravano a sviluppare l’attrezzatura che a loro serviva davvero, quella che “sognavano”, e che evidentemente doveva, nelle loro aspettative, superare i prodotti presenti sul mercato e spesso poco affini alle esigenze degli utenti finali (cioè i fotografi).
Qui, nella loro pagina americana, qualche info in più sulla loro storia : www.irixusa.com/about-us
Al momento la Irix, a catalogo, ha ancora pochi prodotti. Quattro lenti fotografiche e tre lenti cinema. Le lenti cinema sono le stesse dal punto di vista ottico, ma con un corpo specifico per le esigenze dei video ad esempio le ruote dentate per il controllo esterno del fuoco.
Tutti questi prodotti sono curati in modo maniacale ed intorno sta nascendo una microcosmo di accessori dedicati, come filtri, adattatori, sacche ecc ecc, sempre sviluppati da Irix.
I loro obbiettivi sono semi-manuali nel senso c’è non c’è l’autofocus, ma i contatti elettronici permettono di gestisce il diaframma elettronicamente e di memorizza completamente i metadati. Questi obbiettivi sono compatibili con macchine Canon EF, Nikon F, Pentax K.
Ogni modello viene prodotto in due diversi tipi per materiale, features e costo. Ogni obbiettivo ha infatti una versione denominata FireFly e BlackStone. La prima impiega materiali plastici mentre la seconda è in metallo (magnesio per la precisione). La prima più economica e leggera, la seconda più cara e pesante.
Si parla in ogni caso di prezzi assolutamente ragionevoli soprattutto vista la qualità generale. Ad esempio, su Amazon Italia, l’Irix 15:2.4 in versione FireFly ed attacco Canon si può acquistare per 475 euro, mentre le versione BackStone costa 665 euro. Qualche euro in più per l’11mm f4.
Gli obbiettivi prodotti da IRIX al momento sono:
- 11 mm f4
- 15 mm f2.4
- 45 mm f1.4
- 150 mm f2.8
Qualità costruttiva _ Blackstone_
La prima cosa che salta all’occhio è che non c’è nulla lasciato al caso. C’è una vera attenzione ai dettagli, e tutto è come vorremmo che fosse.
Il corpo in magnesio è ben lavorato e verniciato, e trasmette grande solidità. Sulla baionetta c’è il baffo di gomma per la tropicalizzazione. Il tappo posteriore ha un design decisamente particolare, calza che è una meraviglia e resta ben connesso anche su ottiche non Irix (a differenza della maggior parte dei tappi di terze parti). Il tappo frontale calza con precisione ed è stabile.
La meccanica scorre in maniera impeccabile, le ghiere scorrono piacevolmente e c’è quella piccola resistenza che serve a controlla bene l’operazione senza essere fastidioso. Il 15mm ha la finestrella sul paraluce per poter muovere il polarizzatore circolare senza rimuovere il paraluce stesso.
Sul barilotto sono riportate tutte le informazioni sulla distanza di messa a fuoco e sull’hyperfocale. Le scritte sono grandi, precise, ed incise nel metallo (non sono solo verniciate). Addirittura queste scritte sono luminescenti (reagiscono agli UV), per cui basta un minimo chiarore per farle risplendere al buio. Non sono però fosforescenti.
L’unico appunto che si può fare è per le plastiche impiegate nel paraluce del 15, nei petali dell 11 e del tappo frontale dell’11 che non sono al livello del resto. L’11 in particolare si è segnato nella zona dove il tappo sfregamento sul corpo.
Messa a fuoco comoda e precisa
La ghiera della messa a fuoco è ampia e facilmente impugnabile, occupa quasi tutto il barilotto, per cui non si può sbagliare. La zigrinatura è profonda ed efficace: la presa è sicura. Il movimento scorre fluido e la rotazione tra minima e massima distanza di messa a fuoco è ampia: in questo modo è facile arrivare alla posizione voluta.
Avere questo tipo di controllo sulla messa a fuoco è uno dei punti forti di queste lenti ed oggettivamente un bel plus specie quando si fotografa in condizioni difficili, ad esempio di notte al buio, ed al freddo con i guanti (tipica situazione da Aurora Boreale).
Le cose interessanti di queste lenti e quasi uniche sono due:
- C’è un piccolo fermo, uno scatto quando si raggiunge l’infinito. Questo piccolo scatto (probabilmente realizzato con una piccola molla e pallina interne) si percepisce con le mani durante la rotazione, il che permette di mettere a fuoco anche ad occhi chiusi o nel buio totale. Una grande comodità.
- Superiormente alla ghiera della messa a fuoco, c’è la ghiera del blocco della messa a fuoco, cosa davvero utile quando si scatta in situazioni difficili. In pratica una volta scelta la distanza di messa a fuoco e bloccata, non c’è modo che accidentalmente (e neanche volutamente) si modifiche la messa a fuoco.
L’unico neo è che spesso quando si muove la ghiera di messa a fuoco si muove anche quella del blocco della messa a fuoco e questa va a posizionarsi in una situazione di semi blocco. Viceversa se bloccate la messa a fuoco e stringete la ghiera, non si muove più nulla. Il lock è molto solido.
Precisione, ripetibilità, calibrazione delle distanze di fuoco
La calibrazione di queste lenti è precisa e quando uno mette a fuoco sulla tacca dell’ infinito sta veramente scattando all’ infinito, così come le altre distanze riportate sul barilotto. Questa cosa non è da sottovalutare, perchè non è così per tutte le lenti. Anzi è frequente che si debba correggere un poco quando indicato dai numeri o dalle tacche sul barilotto.
Sugli Irix, i simboli della distanza e dell’hyperfocale hanno tacche molto chiare e precise, specie l’infinito. In molti obbiettivi viene riportato solo il simbolo ad 8 rovesciato e la reale posizione non è indicata (si presume che sia più o meno nel mezzo, ma nella pratica è molto più o meno). Qui invece c’è una bella linea verticale ed il click, impossibile da sbagliare.
In più la irix mette a disposizione una regolazione di fino, che è possibile fare meccanicamente, accedendo ad un piccolo sportellino sulla parte conica del barilotto. Si può cioè modificare leggermente il campo di messa a fuoco rispetto a quanto riportato dalle scritte per adattarlo al proprio corpo macchina o alla situazione specifica. Sul loro sito c’è un video che spiega la procedura, che è cmq abbastanza semplice ed intuitiva. I miei esemplari, quando sono arrivati, li ho provati a diverse distanze e non ne hanno avuto bisogno di alcuna regolazione.
Mi sono invece trovato in difficoltà un viaggio in Islanda quando ho scoperto che l’11 mm si era starato e non metteva a fuoco da decina di metri verso l’infinito. Non molto utile per fare panorami. Evidentemente i tanti voli aerei e forse i sobbalzi nelle lunghe piste sterrate avevano mosso qualcosa all’interno dell’obbiettivo. Mi sono messo in auto ad aprire lo sportellino con il cacciavite, ed in pochi minuti ho riportato il sistema all’ottimale. Non ho più avuto problemi per tutto il viaggio.
A temperature estreme come ad esempio a 20 o 30 gradi sotto zero, la cosa diventa ancora più complicata, perchè i materiali cambiano la propria dimensione e forma, specie i metalli, e quindi si ha unna deriva sempre più marcata tra quello che è scritto sul barilotto ed il reale punto di fuoco desiderato. Quando si scatta a queste temperature è quindi necessario di volta in volta controllare la messa a fuoco, fare le dovute correzioni, e cambiare mentre il sistema si raffredda. Una notte in Lapponia Svedese mi sono trovato a scattare all’Aurora con la ghiera del fuoco posizionata ben oltre l’infinito teorico, praticamente al fondo corsa di quando disponibile dalla meccanica interna. Ancora un poco e non avrei potuto continuare a fotografare.
Confezionamento
Alla Irix hanno messo grande cura anche nel packaging. L’obbiettivo ti viene fornito all’interno di una scatola di latta, tipo quella dei biscotti inglesi per capirsi, e non nel solito cartone colorato. All’interno della scatola c’è un guscio semi-rigido, fatto ad hoc per ogni lente, che la avvolge e la ripara. Si apre e si chiude con una comoda zip. Davvero notevole rispetto alle normali sacche in tessuto.
Sempre nella scatola, oltre ai manuali ed ai certificati vari, ci sono un tappo posteriore extra (molto comodo) e i filtri a gelatina.
Dimensioni e peso
Chiariamo subito: non sono lenti piccole o leggere. La robustezza e la qualità si paga in termini di peso.
Diciamo però che si allineano ad altre lenti simili. Quello che li rende magari un po’ più difficili da trasportare è la forma, corta e con la fine conica.
Il 15 è decisamente più piccolo e trasportabile dell’11, sopratutto perché si può rimuovere il paraluce (che invece è enorme). Entrambi non sono comodi da mettere in uno zaino o in una borsa a causa del fatto che la parte anteriore ha una bocca di diametro generoso: l’11mm arriva quasi a 11 cm con il tappo montato ed il 15mm arriva a quasi 10 cm.
In effetti ripensando agli ultimi viaggi il 15mm è quello che ho sempre portato dietro se c’era modo di fare l’aurora o lo stelle, mentre l’11 l’ho usato poco e solo per uscite in zona ed auto, con partenza dalla mia abitazione.
A confronto i due Irix rispetto al Sigma 20:1.4 ed il Samy 14:2.8
Filtri
Un aspetto cruciale per chi fa foto di panorami (diurni) ed anche per chi fa riprese video è l’uso dei filtri (polarizzatore o ND vari) e tutti sappiamo che sui grandangoli estremi è molto difficile impiegarli, specie per le dimensioni che dovrebbero avere rispetto all’angolo di campo. La Irix è riuscita a garantire una filettatura da 95mm sul 15mm, ottima per il polarizzatore ad esempio, mentre l’ 11mm non può montare filtri a vite. Posteriormente, su entrambi su trova una slitta che consente di inserire le gelatine. La irix fornisce filtri gelatine ND a varie gradazioni e dei graduati.
Più recentemente Irix ha sviluppato un sistema di filtri a lastra da 100mm con holder dedicato, simile a soluzioni di LEE o Nisi, che può essere impiegato fino a diametri di 95mm. Non li ho mai provati, e credo siano più indirizzati al 45 o al 150 macro, piuttosto che a questi grandangoli di cui parlo qui. Dichiarano che il 15:1.4 è compatibile con queste lastre.
In ogni caso, è veramente utile e facile da portare con se le gelatine posteriori, specie il filtro ND che permettono di fare lunghe esposizione anche quando c’è luce abbondante. Un bel valore aggiunto a questo tipo di angolo di campo estremi.
Qualità ottica
Non mi permetto di fare una vera e propria review della qualità ottica di questi obbiettivi, ne di paragonarli a quelli di altre marche. Non è lo scopo di questo articolo e lascio il compito a chi è molto più attendibile di me. Di seguito alcuni link per chi vuole approfondire.
- Dati tecnici del 15 da juzaphoto.com
- Dati tecnici del 11 da juzaphoto.com
- Recensione del 15 da the-digital-picture.com
- Recensione del 11 da the-digital-picture.com
- Recensione del 15 da fstoppers.com
- Recensione del 11 da digitalcameraworld.com
Quello che posso dire è che sono lenti molto nitide anche quando si usano a tutto aperto, e sono progettate per dare il massimo nelle foto notturne e si vede: la resa con le stelle, la via lattea e l’aurora è davvero notevole. Ad esempio le stelle, anche ai bordi non subiscono il fastidioso effetto “coma” ovvero quella deformazione per cui le stelle non appaiono rotonde ma deformate a goccia.
Quello per cui io apprezzo queste lenti è in particolare:
- L’angolo di campo dell’11 davvero impressionante ed unico nel mondo FullFrame
- La luminosità nel 15 che essendo f2.4 permette di tenere sotto controllo gli iso nelle foto notturne.
- Vignettatura e deformazione molto ben controllati ed ottima correzione in LightRoom (Irix ha profili ufficiali).
Alcune foto fatte all’Aurora con il 15:2.4 a f2.4 in vari momenti e varie fotocamere
Una serie di immagini fatte con l’Irix 11 mm
Angolo di Campo, confronto tra l’ 11 ed il 15 mm
Parlando di numeri il 15mm ha un angolo di campo di 110.6°, mentre per l’11mm è 126.1°.
Che io sappia l’11 mm è il grandangolo lineare più estremo che ci sia sul mercato e questo abilita foto molto particolari, che altrimenti non sarebbe possibile fare. Non è ovviamente una lente da usare tutti i giorni, e le condizioni in cui si riesce a valorizzare uno scatto con questo tipo di grandangolo sono particolari, ma prendendoci la mano, possiamo avere soddisfazioni.
Per quanto riguarda le foto notturne, l’angolo del 15mm è molto adatto se si vuole prendere un’ampia porzione del cielo, o una gran parte dell’arco della via lattea, mentre l’11 lo trovo davvero troppo ampio. Già il 15mm è meno usabile del 18mm o del 20mm nella maggior parte dei contesti e non lo sceglierei come unica lente notturna.
Un semplice confronto su cavalletto tra il 15 mm e l’ 11 mm, in una situazione in cui ero stretto tra il ponte ed un palazzo.
Giusto per far vedere come l’ 11 mm riesce ad inquadrare un pezzo di mondo davvero molto più ampio del 15 mm che già è abbastanza estremo, ed anche se sembra non necessario permette poi di scegliere il ritaglio più adatto alla scena.