Mi chiamo Giovanni Gambacciani, classe 1979. Sono fotografo professionista, ma la mia vocazione è quella di progettare viaggi.
Coordino questo gruppo di eccellenti fotografi, pazzi viaggiatori, esperti di natura, ma soprattutto buoni amici e grandi professionisti. Insieme creiamo viaggi d’eccellenza per importanti Tour Operator italiani e stranieri. Cerchiamo esperienze sempre nuove, ricche ed appassionanti. Prediligiamo i luoghi lontani dal turismo di massa, i percorsi non ancora battuti, attività sostenibili, crediamo nel rispetto dell’ambiente e nella collaborazione della gente del luogo.
Oltre a battere e studiare i territori ed a progettare nuovi itinerari, di tanto in tanto promuoviamo i nostri stessi viaggi e viaggiamo insieme ai gruppi cercando, sul campo, di trasmettere la nostra esperienza e la nostra passione, e di promuovere i valori in cui crediamo.
Personalmente credo che viaggiare sia la forma di vita più intensa che esista, forse il senso della vita stessa, ed il nostro pianeta è così sorprendente, ogni volta, da ogni punto lo si guardi, che l’ “ovunque” è sempre sulla lista. Nonostante tutto però, alla fine le terre del Nord quelle quelle che stanno intorno al circolo polare artico, mi hanno via via sempre più rapito, e sono diventate anche la mia specializzazione professionale. Per me il Grande Nord ha qualcosa di unico, di irrinunciabile. Forse è colpa di quei territori e di quei popoli rimasti fuori dal tempo e dello spazio, conservando la propria autentica anima, protetta dalla distanza, dal clima, dall’ambiente spesso ostile.
Non sono stato ovunque, ma è sulla mia lista
– Susan Sontag –
Questo lavoro mi porta a spostarmi molto, specie per studiare i nuovi posti, per incontrare persone, visitare strutture e per provare in prima persona itinerari ed attività. Mi piace condividere queste esperienze con le persone che trovo sulla via, con le genti che abitano quei luoghi, ma anche andare in esplorazione solitaria, avere la massima concentrazione e trovare la mia chiave di lettura sul mondo.
Mi sento ripagato anche quando, con le mie foto o racconti, riesco a diffondere la bellezza che incontro, quando cioè riesco a farne emergere l’anima, ed a creare la consapevolezza sugli effetti benefici di un turismo sostenibile, rispetto ad uno di massa, spesso dannoso per le comunità e per l’ambiente.
Ma forse l’aspetto migliore di tutto questo è vedere avverare i sogni di tutti quelli che amano viaggiare: lavorare sodo per rendere possibile quello che apparentemente non sembra possibile, ovvero permettere a chiunque di vivere queste esperienze così vere e profonde, affrontare questi luoghi tanto unici e remoti, immergersi nella cultura dei popoli. In ultima analisi cerco sempre di caricare la complessità su di me o sull’organizzazione, per lasciare alle persone solo il gusto e la tranquillità di godersi a pieno il proprio tempo e vivere le proprie emozioni.
Tutto quello che racconto qui ha avuto origine quando ero ragazzo, quando mio padre ha iniziato a portarmi in giro, e poi quando mi ha permesso di usare la sua macchina fotografica. Quei pezzi di mondo, non saranno stati lontani o esotici come quelli che frequento oggi, ma allora per me erano tutto, il meglio che si potesse desiderare, e hanno scatenato una piccola grande rivoluzione che ancora è viva e vitale in me.
Ho scoperto allora il bisogno di conoscere e scoprire cose nuove, che si tratti di luoghi, di arte, di fotografia, di musica, di scienza, di letteratura. Si deve conoscere, crescere ed evolvere. Sempre. Questo bisogno di esplorazione dà senso ed energia ad ogni aspetto della vita, perché tutto nella vita è esplorazione, tutto è ricerca, tutto è conoscenza.
Non ho alcun talento particolare. Sono solo appassionatamente curioso.
– Albert Einstein –
La mia forma espressiva è indubbiamente la “fotografia” e questa ha saputo darmi la spinta per andare a conoscere il mondo, per trovarne le mie chiavi di lettura della realtà.
Quando ho una macchina fotografica con me, le energie si moltiplicano, e desidero solo spingermi sempre più lontano, a scoprire cosa c’è oltre l’orizzonte, senza guardare in faccia alla fatica, alle intemperie, agli ostacoli o al freddo. Osservare il mondo da dentro un oculare è incredibilmente stimolante. Me lo sono spiegato tirando in ballo la vana ricerca di imbrigliare il tempo, e con esso le briciole di bellezza che si incontrano lungo il cammino, ma mi sa che più probabilmente la mia è una certa idea di mondo, il mio punto di vista sulle cose.
Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco.
– Josef Koudelka –
Tarkoscky, nella poesia che ho scelto per la copertina di questo mio sito, dice che «C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore / L’uomo ovunque vada è la propria anima che sta cercando» e credo che sia proprio vero. Ci spostiamo col corpo per conoscere meglio noi stessi. Abbiamo bisogno di viaggiare. Il viaggio e la vita sono due facce della stessa moneta e spesso proprio la stessa cosa.
Vi auguro quindi di viaggiare, di viaggiare molto, il più possibile, di perdervi, di svuotarvi, fino a riuscire a vederlo davvero questo nostro mondo, con occhi nuovi, brillanti, non offuscati da pregiudizi e preconcetti. Se poi un giorno, vorrete scoprire il mondo proprio insieme a noi, allora sarebbe il più grande dei privilegi.